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Tag: poesie

Vegno dal Giardin

Vegno dal Giardin

Cerea - Via GiardinoPer quanti sono cresciuti tra gli anni ’60 e ’70 lungo quel pezzo di strada che unisce Cerea alla frazione di Cherubine era come un segno particolare sulla carta di identità. Spesso lo si diceva con orgoglio “vegno dal Giardin”, era come distinguersi, affermare di appartenere ad una comunità ben precisa.
Vai Giardino è stata una delle tante “Via Gluck” cantata da Celentano, che col tempo si è trasformata. Sono spariti i campi con le vigne, gli alberi e al loro posto oggi si trovano tante villette con bei giardini, ben tenuti, da guardare con ammirazione ma dove è severamente proibito giocarvi sopra.

 

 

§

Via Giardino

Vegno dal Giardin

**

Ghe ‘na strada tuta curve
in doe pas-arghe pian pianin
tuti quei che ghe ‘nda starghe
i dise “Vegno dal Giardin”

Anca mi sera del posto
fra Zarea  e le Carubine
quando ancora ghera i campi
de fasoi e de tegoline

Poche machine pas-ava
e mi sentà su la mureta
coi me amici preferiti
una a una le contava

in quel toco belo drito
da Bissolo a Podestà
dove anca con le moto
i corea che no se sa

La par via ghera de tuto
dal mecanico a le boteghe
ci metea ben i cavej
e ci fasea le careghe

E del largo par zugar
ghe nera fin che sera stufo
a balon o a pistoleri
o tirarghe contro i UFO

E col tempo che pas-ava
altre strade ma ciapà
ghe ci ga fato le valise
e ci inveze le restà

Ma anca quei che ie ‘ndè via
parlando a olte col vizin
sel ghe domanda “da ‘ndo sito?”
el dise “Vegno dal Giardin”

***

(gianfrancomarangoni 13/06/2016)

Scritta prendendo spunto da un commento postato su fb dal mio amico Daniele al quale dedico questi versi, così come li dedico all’altro mio amico Giani (con una sola “n” come si dice in dialetto) e ai tanti che hanno vissuto o che ancora vivono in Via Giardino.

 

Zarea: Cerea
le Carubine: Cherubine, frazione di Cerea
tegoline: fagiolini
mureta: mura di cinta bassa con sopra la rete o la cancellata
i corea che no se sa: andavano veramente forte
careghe: sedie

 

Oltre l’orizzonte

Oltre l’orizzonte

20150228 Garda (2)

 

Oltre l’orizzonte

Nell’ imminente sera
altro non cerco
se non la quiete
come docile quell’onda
che nel suo calmo andare
giunge finalmente
ad abbracciar la sponda,
mentre lo sguardo
fermo all’orizzonte
mi fa chiedere una volta ancora
cosa vi sia oltre

**

(gianfrancomarangoni 06/04/2015)

Sul Lago Maggiore

Sul Lago Maggiore

Sul Lago Maggiore

Villa Pallavicino (7)

Sul Lago Maggiore

Sul Lago Maggiore
ci passo le ore
a guardare la scia
delle barche a motore

Sul Lago Maggiore
ci sta un pescatore
che racconta storielle
solo a vecchie signore

Sul Lago Maggiore
sento battere il cuore
di due amanti sorpresi
a parlare d’amore

Sul Lago Maggiore
ogni mese ha un colore
assomiglia a un giardino
con ogni tipo di fiore

Sul Lago Maggiore
mentre seguo la scia
di quell’ultima barca a motore
sento il tempo che scorre

nella tiepida quiete d’estate
quando l’acqua accarezza la sponda
e lascio andare il pensiero
sulla cresta di una docile onda.

***

(gianfrancomarangoni 12/08/2014)

La Festa de San Zen

La Festa de San Zen

Festa paesanaSan Zeno è uno degli otto quartieri di Cerea in cui annualmente si tiene la “festa” promossa e curata dal Comitato locale. E’ senza dubbio l’evento più importane e più impegnativo per i “volonterosi” che in quell’occasione si mettono a disposizione per la buona riuscita della manifestazione. Succede in quel di San Zeno, ma la stesso accade per il quartiere di San Vito o Palesella, oppure Cherubine, Aselogna, Asparetto, Cerea Centro e Cerea Sud. La si chiami “festa” o “sagra”, la sostanza non cambia di molto, se non per la presenza di qualche giostra e qualche bancarella. Tutti quanti però hanno un filo comune: si mangia, si suona e si balla. Insomma ci si diverte, si passa qualche serata in compagnia davanti a un piatto di risotto, “quello buono”, o di salamelle con la polenta che spargono per i capanni il loro profumo stuzzicante. Ma la cosa più importante è l’occasione per molte persone di ritrovarsi, di darsi appuntamento al tavolo come “l’anno scorso”, fare “quatro ciacole” con l’amico che non si vedeva da tempo e, tra un sorriso e una stretta di mano, prendere l’occasione per brindare insieme a questa vita che nel bene o nel male non finisce mai di stupirci.

La Festa de San Zen

Ala Festa de San Zen
Gente che va e gente che ven
Gente che magna polenta e panzeta
E dopo pedala su la bicicleta

Un giro de valzer e uno de tango
Un bicer de vin bianco da gustarse sudando
Tra ‘na ciacola e l’altra soto el tendon
Con ‘na bava de aria da far compassion

Tanti bravi butei che i sa dato da far
Ghe ci tira su i schei e ci fa da magnar
Porta i piati de riso e sparecia le tole
Fin a note macà che le gambe iè mole

Ma oto metar che bela la sodisfazion
Vedar tuta sta gente nel capanon
Che promete, diman de sicuro vegnen
A gòdarse ancora al quartier de San Zen

***

(gianfrancomarangoni 20/05/2014)

Su & Giù

Su & Giù

scala a chiocciola

Su & Giù

Sul letto morbido
Mi prende un brivido
Pensando al torbido
Di un mare gelido

In fondo all’attico
Piuttosto apatico
Sul lato pratico
Un po’ malinconico

Se fuori nevica
Se qui si soffoca
E mi si complica
La fase mistica

A pensarci:

Farei un salto giù da me
Ma non ne ho proprio l’intenzione
Mi sento come un’auto
In attesa di manutenzione

Farei un salto giù da me
Ma ci penserò domani
Respiro a fondo sollevato
Non dovrò cambiare i piani

Però:

E’ poco nobile
Sentirmi fragile
Restare immobile
E vulnerabile

Seduto a leggere
Scoprirmi a fingere
Di non conoscere
Il mio contendere

Così:

Mi cambio d’abito
Resto in incognito
Nemmeno un gemito
Ritorno subito

Sul letto soffice
Di puro lattice
Tutto è più semplice
Con in mano un calice

Ho deciso:

Faccio un salto giù da me
Per riprendere il controllo
Caso mai facessi tardi
E’ che ci son dentro fino al collo

Faccio un salto giù da me
Nonostante l’ora tarda
In qualche angolo è nascosto
Non so che, ma mi riguarda

***

(gianfrancomaranogni 21/02/2014)

Buon Anniversario

Buon Anniversario

Buon Anniversario

Buon Anniversario

Sarà, che ti vedo ancora
con quel vestito a fiori
che nella brezza d’estate
ricamava le tue forme

Sarà, che l’unica differenza
tra i tuoi occhi e il cielo
è nella profondità del tuo sguardo

Sarà, che il tuo sorriso
è fresco come la rugiada
che riflette il primo sole del mattino

Sarà, che la tua pelle
profuma di primavera
e di fiori sempre nuovi da raccogliere

Sarà, che se ti tengo per mano
nessun sentiero è senza meta
e alla fine di ogni viaggio
ci ritroviamo sempre noi

Sarà, che siamo pagine dello stesso libro
e ogni giorno scriviamo insieme
una pagina nuova

Sarà molto più di quel che è stato
e ce lo racconteremo davanti al fuoco
un anniversario dopo l’altro

***

(gianfrancomarangoni 19/09/2013)

**dedicato ad Antonella, mia moglie e compagna di vita**

video  su You-Tube

Il mio tempo

Il mio tempo

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Il mio tempo  
 

Quando il mio tempo sarà consumato
dovrò fare i conti con l’Eternità
per tutte le volte che ho pregato e imprecato
al cospetto del Giudice nell’Aldilà
 

Quando il mio tempo mi toglierà il fiato
di fare domande non avrò più bisogno
del bene e del male avrò di colpo imparato
e a guardarmi la vita come in un sogno
 

Quando il mio tempo mi dirà che è finita
cercherò di non cogliermi impreparato
all’ultima mano di questa partita
e sperare che basti il solo averci giocato
 

Quando il mio tempo busserà alla porta
chissà se sarò pronto ad aprire
nella valigia solo le scarpe di scorta
nemmeno un saluto che già si deve partire
 

Tempo che ho atteso, che sei venuto e passato
proteso all’infinito ti consumo distratto
mentre schivo l’angoscia di un epilogo incerto
che il mio vivere sia! che abbia gioito o sofferto

***

(gianfrancomarangoni 21/03/2013)

Rosa blu dell’inverno

Rosa blu dell’inverno

Rosa blu dell’inverno

Immagino un fiocco di neve che cade
e senza rumore alla fine si posa
passando tra i rami spogli d’inverno
sui petali blu di quell’ultima rosa

**

Nel giardino imbiancato tutto il mondo riposa
Sotto il manto leggero di un vestito da sposa

**

Nel silenzio fatato si diffonde la pace
Solo qualche sospiro, non un filo di voce

**

Volo via col pensiero, porto il cuore lontano
Dove il cielo si tocca allungando la mano

**

E lo sguardo si perde in un mare di stelle
Sposa mia sei la stella, bella tra le più belle

**

Dopo un po’ torno giù, né paradiso, né inferno
nel mio giardino ti cerco per non perderti più
fiore unico al mondo, rosa blu dell’inverno

***

(gianfrancomarangoni 13/12/2012)
 

Grande Madre

Grande Madre

Grande Madre

Nei tuoi colori perdo lo sguardo
Nel giallo del grano, nel verde dei monti
Nell’arcobaleno dei prati fioriti
Nel sole rosso di una sera d’estate
Nelle foglie d’autunno
Nel bianco d’inverno come candida veste

 

 

Dei tuoi profumi riempio il respiro
Del muschio dei boschi, della pioggia che scroscia
Dell’uva matura che fermenta nei tini
Del pane fragrante nelle tavole in festa
Dei frutti maturi, dei giardini di rose
Dei tigli maestosi delle vie di paese

 

 

Ascolto:
Il rumore del mare e dell’acqua che scorre
di un torrente montano che la meta rincorre
Il silenzio incantato di una notte stellata
con il grillo che intona la sua serenata
Sulle fronde degli alberi mossi dal vento
il canto dei passeri,
eppure si ode un lamento

 

Poiché di te, Gande Madre, l’uomo ha perso il rispetto
con tiranna superbia incoronatosi re
sul tuo grembo ha regnato soggiogandoti a sé
 

E ti senti tradita, in fondo al cuore ferita
derubata ed offesa eppur non smetti di amare
fai feconda la terra con lacrime chiare

 

Prima che il mondo ponga fine a se stesso
mostragli, o Madre, tutto ciò che si è perso

Un cielo rosso al tramonto che catturi la scena
mostra a quest’uomo ancora un’alba serena

Nell’imminente risveglio che si spera vi sia
per far parte del Tutto in rinnovata armonia

 

(gianfrancomarangoni 17/08/2012)