Un tardo pomeriggio di aprile, c’era ancora il sole, stavo tornando a casa al termine della giornata di lavoro. Salgo in auto e mi appresto ad uscire dal parcheggio. Vedo arrivare dalla mia sinistra un uomo di colore in sella ad una vecchia bicicletta, lo lascio passare e quello, come avesse colto l’occasione che ero ancora fermo, si ferma, si avvicina al vetro e mi chiede qualche soldo per comprarsi da mangiare. Penso che si tratti della solita scusa, buona solo per racimolare qualche spiccio ma quel suo chiedere si trasforma presto in una supplica, quasi una richiesta disperata di aiuto. Cerco nelle tasche qualche moneta, prima 50 centesimi, poi un euro, e poi gli dico che non ho altre monete. Lui le prende e le conta nella sua mano robusta, ancora incerto se sono sufficienti. Io intanto esco dal parcheggio ma la mente è ancora ferma a quella scena. Mi giro a guardare l’uomo che ricambia con un grande sorriso e ringrazia una volta, due, cinque volte. Sto pensando che magari lo avrei potuto accompagnare in un locale e offrirgli un pasto, mi giro ancora ma lui già non c’è più, è molto più in là, in sella alla sua vecchia bicicletta. Dovrei sentirmi bene per aver fatto qualcosa di buono, mi dico, ma non è proprio così …
La coscienza fuori posto
Fra le pagine di un giornale
ho trovato come fare
per sistemare la coscienza
col telefono cellulare
Basta un semplice messaggio
verso il numero indicato
con due euro di spesa
un poveraccio avrei aiutato
Poi lo incontri un pomeriggio
mentre esci dall’ufficio
si avvicina e chiede aiuto,
solo un piccolo sacrificio
Guardi l’uomo che hai davanti
in miseria d’abitudine
che gli ha fatto differenza
è una questione di latitudine
Provi a fare finta di niente
ma stavolta è un’altra cosa
e mentre frughi nelle tasche
senti il cuore che ti pesa
Ti domandi in quale modo
gli potresti dare una mano
e fintanto che ci pensi
toglie il disturbo ed è già lontano
E saluta e ti ringrazia
con il suo fare deciso
per quel poco che gli hai dato
ti regala un bel sorriso
E ti senti sotto sopra
come un mare agitato
Fratello scusa, non ne ho colpa
se sono stato più fortunato
Sarà che è colpa del destino,
Fratello scusa l’indifferenza
sarà che oggi non mi aspettavo
di fare i conti con la mia coscienza
(gianfrancomarangoni 20/04/2012)