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Categoria: Poesie

Rosa blu dell’inverno

Rosa blu dell’inverno

Rosa blu dell’inverno

Immagino un fiocco di neve che cade
e senza rumore alla fine si posa
passando tra i rami spogli d’inverno
sui petali blu di quell’ultima rosa

**

Nel giardino imbiancato tutto il mondo riposa
Sotto il manto leggero di un vestito da sposa

**

Nel silenzio fatato si diffonde la pace
Solo qualche sospiro, non un filo di voce

**

Volo via col pensiero, porto il cuore lontano
Dove il cielo si tocca allungando la mano

**

E lo sguardo si perde in un mare di stelle
Sposa mia sei la stella, bella tra le più belle

**

Dopo un po’ torno giù, né paradiso, né inferno
nel mio giardino ti cerco per non perderti più
fiore unico al mondo, rosa blu dell’inverno

***

(gianfrancomarangoni 13/12/2012)
 

Il lago a sera

Il lago a sera

 

 

 

Nel silenzio dell’imminente sera
si sentiva soltanto il rumore dell’acqua
che accarezzava gli scafi delle barche addormentate

 

 

 

 

e nell’ombra tenue delle nuvole stratiformi
i gabbiani volavano sfiorando le onde
mosse da un alito di vento

 

 

 

Uno spicchio di luna si intravedeva nel cielo
appena rischiarato dalla luce rimasta
pochi istanti prima del crepuscolo

 

 

 

 

 

e già nascosto oltre l’altra sponda,
il sole dipingeva di rosso l’orizzonte,
interrotto a tratti dalla scia di un aeroplano

 

 

 

 

 

 

(gianfrancomarangoni 21/10/2012)

Sete di …

Sete di …

Sete di …

Ho tanta sete,
ti guardo, lì davanti a me, quieto,
mi colpisce di te appena un alito di vento

Affondo le mie radici
in questa terra generosa e riarsa lambita dalle tue onde,
tenere carezze che si allungano sulle sponde

Quasi ti tocco,
sembri così vicino che la realtà ancor più dura nel mio profondo giace,
come sarebbe immergere le fronde mentre questa sete mi consuma e non mi da pace.

 

(gianfrancomarangoni 26/08/2012)

Grande Madre

Grande Madre

Grande Madre

Nei tuoi colori perdo lo sguardo
Nel giallo del grano, nel verde dei monti
Nell’arcobaleno dei prati fioriti
Nel sole rosso di una sera d’estate
Nelle foglie d’autunno
Nel bianco d’inverno come candida veste

 

 

Dei tuoi profumi riempio il respiro
Del muschio dei boschi, della pioggia che scroscia
Dell’uva matura che fermenta nei tini
Del pane fragrante nelle tavole in festa
Dei frutti maturi, dei giardini di rose
Dei tigli maestosi delle vie di paese

 

 

Ascolto:
Il rumore del mare e dell’acqua che scorre
di un torrente montano che la meta rincorre
Il silenzio incantato di una notte stellata
con il grillo che intona la sua serenata
Sulle fronde degli alberi mossi dal vento
il canto dei passeri,
eppure si ode un lamento

 

Poiché di te, Gande Madre, l’uomo ha perso il rispetto
con tiranna superbia incoronatosi re
sul tuo grembo ha regnato soggiogandoti a sé
 

E ti senti tradita, in fondo al cuore ferita
derubata ed offesa eppur non smetti di amare
fai feconda la terra con lacrime chiare

 

Prima che il mondo ponga fine a se stesso
mostragli, o Madre, tutto ciò che si è perso

Un cielo rosso al tramonto che catturi la scena
mostra a quest’uomo ancora un’alba serena

Nell’imminente risveglio che si spera vi sia
per far parte del Tutto in rinnovata armonia

 

(gianfrancomarangoni 17/08/2012)

 

   

 
Il Malandrino e l’Arcobaleno

Il Malandrino e l’Arcobaleno

Immaginate come sarebbe un mondo senza colori se un malandrino li rubasse all’arcobaleno…?

Il malandrino e l’arcobaleno

 ***

Immagina se un giorno

un brutto malandrino

rubasse di nascosto

il rosso all’arcobaleno

“Tragedia” griderebbero

i giovanotti disperati

“siam rimasti senza rose

per le nostre innamorate”

**

Pensa un po’ se il malandrino

di sorpresa all’arcobaleno

portasse via l’azzurro

che da il colore al ciel sereno

Tutto grigio intorno al sole

e che dire poi del mare

pesci e uccelli frastornati

non saprebbero che fare

**

E non sia mai che il malandrino

avvicinandosi con una scusa

portasse via il verde

all’arcobaleno che riposa

I prati, i monti e le foreste

privi di quell’atmosfera

non avviserebbero più il mondo

che è arrivata primavera

**

E se poi il color giallo

il malandrino di soppiatto

sottraesse all’arcobaleno

che per un attimo si è distratto

Nei disegni dei bambini

non ci sarebbe mai più il sole

ed un velo di tristezza

coprirebbe tutto il cuore

**

Ma per fortuna al malandrino

l’arcobaleno piace un sacco

e ogni volta che esce fuori

lui rimane lì incantato

E lo segue in ogni dove

al passar delle stagioni

su una nuvola seduto

con le gambe a penzoloni.

***

(gianfrancomarangoni)

La coscienza fuori posto

La coscienza fuori posto

Dammi la mano

Un tardo pomeriggio di aprile, c’era ancora il sole, stavo tornando a casa al termine della giornata di lavoro. Salgo in auto e mi appresto ad uscire dal parcheggio. Vedo arrivare dalla mia sinistra un uomo di colore in sella ad una vecchia bicicletta, lo lascio passare e quello, come avesse colto l’occasione che ero ancora fermo, si ferma, si avvicina al vetro e mi chiede qualche soldo per comprarsi da mangiare. Penso che si tratti della solita scusa, buona solo per racimolare qualche spiccio ma quel suo chiedere si trasforma presto in una supplica, quasi una richiesta disperata di aiuto. Cerco nelle tasche qualche moneta, prima 50 centesimi, poi un euro, e poi gli dico che non ho altre monete. Lui le prende e le conta nella sua mano robusta, ancora incerto se sono sufficienti. Io intanto esco dal parcheggio ma la mente è ancora ferma a quella scena. Mi giro a guardare l’uomo che ricambia con un grande sorriso e ringrazia una volta, due, cinque volte. Sto pensando che magari lo avrei potuto accompagnare in un locale e offrirgli un pasto, mi giro ancora ma lui già non c’è più, è molto più in là, in sella alla sua vecchia bicicletta. Dovrei sentirmi bene per aver fatto qualcosa di buono, mi dico, ma non è proprio così …

La coscienza fuori posto

Fra le pagine di un giornale
ho trovato come fare
per sistemare la coscienza
col telefono cellulare

Basta un semplice messaggio
verso il numero indicato
con due euro di spesa
un poveraccio avrei aiutato

Poi lo incontri un pomeriggio
mentre esci dall’ufficio
si avvicina e chiede aiuto,
solo un piccolo sacrificio

Guardi l’uomo che hai davanti
in miseria d’abitudine
che gli ha fatto differenza
è una questione di latitudine

Provi a fare finta di niente
ma stavolta è un’altra cosa
e mentre frughi nelle tasche
senti il cuore che ti pesa

Ti domandi in quale modo
gli potresti dare una mano
e fintanto che ci pensi
toglie il disturbo ed è già lontano

E saluta e ti ringrazia
con il suo fare deciso
per quel poco che gli hai dato
ti regala un bel sorriso

E ti senti sotto sopra
come un mare agitato
Fratello scusa, non ne ho colpa
se sono stato più fortunato

Sarà che è colpa del destino,
Fratello scusa l’indifferenza
sarà che oggi non mi aspettavo
di fare i conti con la mia coscienza

(gianfrancomarangoni 20/04/2012)

 

 

L’albero “AcchiappaSole”

L’albero “AcchiappaSole”

L’albero “AcchiappaSole”
A braccia tese
il calor del sole
catturi dai mattutini raggi
Affinché la linfa
mossa da un battito di cuore
porti la vita ad ognuno dei suoi viaggi
Spoglio d’inverno
torni festoso a primavera
di gemme e nuove foglie
come una magica atmosfera

                                                                                   (gianfrancomarangoni 12 aprile 2012)