La leggenda narra che a Verona, intorno al XIII secolo, era scoppiata un’epidemia incurabile che colpiva gli occhi, soprattutto tra i bambini.
Il popolo, impotente di fronte al male che stava dilagando, decise di chiedere la grazia a Santa Lucia con un pellegrinaggio fino alla chiesa di S. Agnese che era dedicata anche alla Santa protettrice della vista (da Lux, luce). Era inverno e i bambini non ne volevano sapere di recarsi fino alla chiesa scalzi e senza mantello, così i genitori promisero loro che, se fossero andati in pellegrinaggio, al ritorno sarebbero stati ricompensati coi doni che avrebbe portato la Santa. I bambini, in questo modo convinti, accettarono e l’epidemia scomparve.
Da allora, il 13 dicembre in chiesa viene elargita la benedizione agli occhi e la notte del 12 i bambini aspettano l’arrivo di Santa Lucia e dei doni, dolci in particolare, che porta con il suo asinello.
Ma quella sera si va a letto presto e si sta con gli occhi ben chiusi, non prima però di aver lasciato sul tavolo un piattino con del cibo per Santa Lucia e il suo asinello.
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Santa Lucia
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Questa è la notte di Santa Lucia
presto, presto a letto birboni
che già l’hanno vista lungo la via
e se vi trova alzati vi lascia i carboni
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Latte e biscotti vicino al camino
uno è per lei e uno per il ciuchino
e proprio lì accanto la letterina
scritta sapendo che è poverina
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Per te giovanotto un bel soldatino
colorato di rosso in legno di pino
col fucile, la spada, il cappello e il tamburo
con lui lì vicino ti sentirai al sicuro
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Per te signorina che aiuti la mamma
una bambolina di pezza colore del grano
da portare nel letto e raccontarle la trama
del principe azzurro di un mondo lontano
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Santa Lucia dei miei anni passati
magia di momenti mai dimenticati
Santa Lucia del mio tempo vissuto
scrivevo sul diario e già ero cresciuto
Santa Lucia in questa notte di cielo stellato
regalami lo sguardo stupito di un bambino incantato
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(gianfrancomarangoni 10/12/2013)