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Categoria: Poesie

Sul Lago Maggiore

Sul Lago Maggiore

Sul Lago Maggiore

Villa Pallavicino (7)

Sul Lago Maggiore

Sul Lago Maggiore
ci passo le ore
a guardare la scia
delle barche a motore

Sul Lago Maggiore
ci sta un pescatore
che racconta storielle
solo a vecchie signore

Sul Lago Maggiore
sento battere il cuore
di due amanti sorpresi
a parlare d’amore

Sul Lago Maggiore
ogni mese ha un colore
assomiglia a un giardino
con ogni tipo di fiore

Sul Lago Maggiore
mentre seguo la scia
di quell’ultima barca a motore
sento il tempo che scorre

nella tiepida quiete d’estate
quando l’acqua accarezza la sponda
e lascio andare il pensiero
sulla cresta di una docile onda.

***

(gianfrancomarangoni 12/08/2014)

La Festa de San Zen

La Festa de San Zen

Festa paesanaSan Zeno è uno degli otto quartieri di Cerea in cui annualmente si tiene la “festa” promossa e curata dal Comitato locale. E’ senza dubbio l’evento più importane e più impegnativo per i “volonterosi” che in quell’occasione si mettono a disposizione per la buona riuscita della manifestazione. Succede in quel di San Zeno, ma la stesso accade per il quartiere di San Vito o Palesella, oppure Cherubine, Aselogna, Asparetto, Cerea Centro e Cerea Sud. La si chiami “festa” o “sagra”, la sostanza non cambia di molto, se non per la presenza di qualche giostra e qualche bancarella. Tutti quanti però hanno un filo comune: si mangia, si suona e si balla. Insomma ci si diverte, si passa qualche serata in compagnia davanti a un piatto di risotto, “quello buono”, o di salamelle con la polenta che spargono per i capanni il loro profumo stuzzicante. Ma la cosa più importante è l’occasione per molte persone di ritrovarsi, di darsi appuntamento al tavolo come “l’anno scorso”, fare “quatro ciacole” con l’amico che non si vedeva da tempo e, tra un sorriso e una stretta di mano, prendere l’occasione per brindare insieme a questa vita che nel bene o nel male non finisce mai di stupirci.

La Festa de San Zen

Ala Festa de San Zen
Gente che va e gente che ven
Gente che magna polenta e panzeta
E dopo pedala su la bicicleta

Un giro de valzer e uno de tango
Un bicer de vin bianco da gustarse sudando
Tra ‘na ciacola e l’altra soto el tendon
Con ‘na bava de aria da far compassion

Tanti bravi butei che i sa dato da far
Ghe ci tira su i schei e ci fa da magnar
Porta i piati de riso e sparecia le tole
Fin a note macà che le gambe iè mole

Ma oto metar che bela la sodisfazion
Vedar tuta sta gente nel capanon
Che promete, diman de sicuro vegnen
A gòdarse ancora al quartier de San Zen

***

(gianfrancomarangoni 20/05/2014)

Su & Giù

Su & Giù

scala a chiocciola

Su & Giù

Sul letto morbido
Mi prende un brivido
Pensando al torbido
Di un mare gelido

In fondo all’attico
Piuttosto apatico
Sul lato pratico
Un po’ malinconico

Se fuori nevica
Se qui si soffoca
E mi si complica
La fase mistica

A pensarci:

Farei un salto giù da me
Ma non ne ho proprio l’intenzione
Mi sento come un’auto
In attesa di manutenzione

Farei un salto giù da me
Ma ci penserò domani
Respiro a fondo sollevato
Non dovrò cambiare i piani

Però:

E’ poco nobile
Sentirmi fragile
Restare immobile
E vulnerabile

Seduto a leggere
Scoprirmi a fingere
Di non conoscere
Il mio contendere

Così:

Mi cambio d’abito
Resto in incognito
Nemmeno un gemito
Ritorno subito

Sul letto soffice
Di puro lattice
Tutto è più semplice
Con in mano un calice

Ho deciso:

Faccio un salto giù da me
Per riprendere il controllo
Caso mai facessi tardi
E’ che ci son dentro fino al collo

Faccio un salto giù da me
Nonostante l’ora tarda
In qualche angolo è nascosto
Non so che, ma mi riguarda

***

(gianfrancomaranogni 21/02/2014)

Buon Anno

Buon Anno

Close up of champagne cork poppingNell’antica Roma del 191 a.C., il Capodanno, che in origine si celebrava a marzo, fu fissato il primo gennaio, mese dedicato a Giano, il dio bifronte che guarda indietro, ossia all’anno che sta finendo, e avanti, ossia all’inizio del nuovo anno. Tuttavia il dio che si celebrava a fine anno era Saturno e durante i festeggiamenti erano i padroni che servivano gli schiavi, era il periodo dei contrari. Danze, suoni di campane, frastuoni di ogni genere, fiaccolate, lancio di roba vecchia dalle finestre. Tutto si svolgeva in quella notte in cui era “lecito impazzire”, in cui ogni gesto diventava un gesto propiziatorio per allontanare demoni e spiriti maligni che mal sopportano i rumori forti o affinché l’anno che sta arrivando sia pieno di prosperità e abbondanza. Usanze he si riscontrano in tutte le culture e che sono ben vive anche ai giorni nostri. Basti pensare ai botti coi petardi, agli spari e all’abitudine che è rimasta in alcune zone di gettare dalla finestra le cose vecchie che non servono più.

Una tradizione contadina vuole che si indossi qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo e qualcosa di rosso: l’indumento vecchio simboleggia l’anno che se ne va, il nuovo l’inizio, il rosso la fecondità e la fertilità. Anche il cibo ha la sua importanza. Le lenticchie, ad esempio, sono simbolo di ricchezza (ogni lenticchia sarà una moneta d’oro) e portarle in tavola è come dare una spintarella al destino nella direzione giusta.

 Fonte: Enciclopedia Treccani

Buon Anno
**
Giro ancora una pagina
del mio solito diario
in questo giorno che è l’ultimo
del calendario
*
Qualche frase soltanto
tra il vecchio ed il nuovo
il passato lo lascio
e prendo quello che trovo
*
Qualche cosa di vecchio,
come le rughe sul viso
che mi mostra lo specchio
*
Qualche cosa di nuovo,
come la gioia e il dolore
e le emozioni che provo
*
Qualche cosa di rosso
che mi calzi a pennello
come la pelle che ho addosso
*
Già mi vedo brindare
a quest’ altr’ anno che viene
con le persone più care
ad augurarci ogni bene
*
E nel mio solito diario,
in quel poco o tanto che resta
con loro scrivo la storia
a tutti Buon Anno, incominci la festa!

**

(gianfrancomarangoni 31/12/2013)

Santa Lucia

Santa Lucia

santa_lucia

La leggenda narra che a Verona,  intorno al XIII secolo, era scoppiata un’epidemia incurabile che colpiva gli occhi, soprattutto tra i bambini.

Il popolo, impotente di fronte al male che stava dilagando, decise di chiedere la grazia a Santa Lucia con un pellegrinaggio fino alla chiesa di S. Agnese che era dedicata anche alla Santa protettrice della vista (da Lux, luce). Era inverno e i bambini non ne volevano sapere di recarsi fino alla chiesa scalzi e senza mantello, così i genitori promisero loro che, se fossero andati in pellegrinaggio, al ritorno sarebbero stati ricompensati coi doni che avrebbe portato la Santa. I bambini, in questo modo convinti, accettarono e l’epidemia scomparve.

Da allora, il 13 dicembre in chiesa viene elargita la benedizione agli occhi e la notte del 12 i bambini aspettano l’arrivo di Santa Lucia e dei doni, dolci in particolare, che porta con il suo asinello.

Ma quella sera si va a letto presto e si sta con gli occhi ben chiusi, non prima però di aver lasciato sul tavolo un piattino con del cibo per Santa Lucia e il suo asinello.

*

Santa Lucia

*

Questa è la notte di Santa Lucia
presto, presto a letto birboni
che già l’hanno vista lungo la via
e se vi trova alzati vi lascia i carboni

*

Latte e biscotti vicino al camino
uno è per lei e uno per il ciuchino
e proprio lì accanto la letterina
scritta sapendo che è poverina

*

Per te giovanotto un bel soldatino
colorato di rosso in legno di pino
col fucile, la spada, il cappello e il tamburo
con lui lì vicino ti sentirai al sicuro

*

Per te signorina che aiuti la mamma
una bambolina di pezza colore del grano
da portare nel letto e raccontarle la trama
del principe azzurro di un mondo lontano

*

Santa Lucia dei miei anni passati
magia di momenti mai dimenticati
Santa Lucia del mio tempo vissuto
scrivevo sul diario e già ero cresciuto
Santa Lucia in questa notte di cielo stellato
regalami lo sguardo stupito di un bambino incantato

***

(gianfrancomarangoni  10/12/2013)

Buon Anniversario

Buon Anniversario

Buon Anniversario

Buon Anniversario

Sarà, che ti vedo ancora
con quel vestito a fiori
che nella brezza d’estate
ricamava le tue forme

Sarà, che l’unica differenza
tra i tuoi occhi e il cielo
è nella profondità del tuo sguardo

Sarà, che il tuo sorriso
è fresco come la rugiada
che riflette il primo sole del mattino

Sarà, che la tua pelle
profuma di primavera
e di fiori sempre nuovi da raccogliere

Sarà, che se ti tengo per mano
nessun sentiero è senza meta
e alla fine di ogni viaggio
ci ritroviamo sempre noi

Sarà, che siamo pagine dello stesso libro
e ogni giorno scriviamo insieme
una pagina nuova

Sarà molto più di quel che è stato
e ce lo racconteremo davanti al fuoco
un anniversario dopo l’altro

***

(gianfrancomarangoni 19/09/2013)

**dedicato ad Antonella, mia moglie e compagna di vita**

video  su You-Tube

Frumento

Frumento

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Frumento

Nel campo di giugno
mosso dal vento
guardo rapito
quel mar di frumento

gialla la spiga
si flette nell’onda,
sembra la chioma
di una bambola bionda

col papavero rosso
fiore all’occhiello
o rubino prezioso
sul dorato mantello

In ogni chicco c’è amore
c’è fatica e sudore
di chi lavora la terra
con le braccia e col cuore

di un padre che porta
sulla tavola il pane,
di un marito che torna
da campagne lontane

di una madre che insegna
ai suoi figli sperare,
di una moglie che a sera
accende il focolare

E mentre vanno i ricordi
sento ancora la mano
accarezzare la vita
in un pugno di grano.

***

(gianfrancomarangoni 30/06/2013)

versione dialettale

Il mio tempo

Il mio tempo

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Il mio tempo  
 

Quando il mio tempo sarà consumato
dovrò fare i conti con l’Eternità
per tutte le volte che ho pregato e imprecato
al cospetto del Giudice nell’Aldilà
 

Quando il mio tempo mi toglierà il fiato
di fare domande non avrò più bisogno
del bene e del male avrò di colpo imparato
e a guardarmi la vita come in un sogno
 

Quando il mio tempo mi dirà che è finita
cercherò di non cogliermi impreparato
all’ultima mano di questa partita
e sperare che basti il solo averci giocato
 

Quando il mio tempo busserà alla porta
chissà se sarò pronto ad aprire
nella valigia solo le scarpe di scorta
nemmeno un saluto che già si deve partire
 

Tempo che ho atteso, che sei venuto e passato
proteso all’infinito ti consumo distratto
mentre schivo l’angoscia di un epilogo incerto
che il mio vivere sia! che abbia gioito o sofferto

***

(gianfrancomarangoni 21/03/2013)

A Rosanna

A Rosanna

Dente di leone

Per molti il Dente di Leone (Tarassaco) è una pianta fastidiosa, altri lo considerano un’erba utile e preziosa.
Tanto forte e resistente, quanto leggeri sono i suoi frutti che si lasciano trasportare dal vento 

A Rosanna

Te ne sei andata così
senza tanto rumore
in punta di piedi
hai salutato col cuore
 

Una notte d’inverno
mentre il sole dormiva
per non disturbare
il nuovo giorno che usciva
 

Un ultimo sguardo
ed un breve sorriso
per mano al calore
custodito e diviso
 

con le persone più care
come gemme preziose
tra quelle più rare
o come semplici rose
 

Mentre l’Anima torna
tra gli amori che ha perso
fuori il giorno si tinge
di un azzurro più terso
 

della Luce Divina
che in quel mentre ha deciso
di tenerti con Sé
lassù nel Paradiso
 

rosa rosa
E' quasi un anno che ci hai lasciati e oggi, 3 gennaio, sarebbe stato il tuo compleanno.
Ti porteremo sempre nei nostri cuori, fiore delicato come le rose che tanto amavi.

 

(gianfrancomarangoni 24/02/2012)
(con la colaborazione e i preziosi consigli di Antonella, mia moglie e sorella di Rosanna)