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Categoria: Poesie

Sera di San Martino

Sera di San Martino

Sera di San Martino

E’ arrivato Novembre
coi giorni di nebbia
gli alberi spogli
su un letto di foglie

con le sciarpe e i cappelli
il colore del fiato
avvolti dentro a mantelli
in un silenzio felpato

mentre affiora un ricordo
di un mondo lontano
sulla soglia di casa
una stretta di mano

Il carretto già pronto
la valigia da fare
domani si parte
per altre terre da arare

Le tristezza velata
nella tavola in festa
un saluto a chi parte
un saluto a chi resta

seduti accanto al camino
col calore del fuoco
a raccontarsi il presente
per chi si accontenta di poco

Poi d’un tratto ritorno
ad ascoltare i miei passi
sul sentiero di sempre
sopra i soliti sassi

e col pensiero mi vedo
già seduto vicino
alle persone più care
con un bicchiere di vino

le caldarroste sul piatto
e scottarmi le dita
sera di San Martino
gocce di nostalgia, sapori di vita.

***

(gianfrancomarangoni 11/11/2024)

Nel Villaggio

Nel Villaggio

Nel Villaggio

Vedo in mezzo alla sterpaglia
un immenso parapiglia
sento un asino che raglia
e un nobiluomo che bisbiglia

Più in là con fare circospetto
mette fuori il muso un gatto
nell’aria irrompe un DO di petto
di un tenore esterrefatto

Lesta va la lavandaia
canticchiando dalla gioia
dietro il muro un cane abbaia
sopraffatto dalla noia

Il panettiere infarinato
nessuno sa se sia canuto
batte l’oste soddisfatto
il conto a chi ha ben bevuto

Sulla porta fuma il vecchio
quando ride strizza l’occhio
una vecchia vuota il secchio
e si lamenta del ginocchio

Un bambino nella piazza
gioca con palle di pezza
nel cortile una ragazza
accenna un ballo in timidezza

Nel Villaggio tanta gente
ognuno lascia le sue impronte
chi lavora e chi fa niente
scorre l’acqua sotto il ponte

****

(gianfrancomarangoni 25/09/2024)

La Cogoma

La Cogoma

Utensile da cucina a forma ottagonale generalmente in acciaio con manico in bachelite resistente al calore composto da un serbatoio posto alla base (caldaia o bollitore) nel quale viene depositata l’acqua, da un filtro che trova allocazione in una posizione intermedia che viene riempito da polvere di caffè e dal quale, per una naturale legge fisico/alchemica, passa l’acqua dal momento che si avvicina al grado di ebollizione, catturando l’aroma e le proprietà della preziosa polvere nerastra, andandosi poi a riversare in un altro serbatoio posto nella parte superiore (bricco o raccoglitore) da cui la bevanda, così ottenuta, viene riversata con attenzione e maestria nell’ apposita tazzina generalmente di porcellana, bianca o colorata, posta sull’apposito piattino assieme ad un grazioso cucchiaino. La bevanda va bevuta calda, con o senza zucchero per assaporarne meglio il gusto, possibilmente seduti ad un tavolino in buona  compagnia.

La Cogoma

Sfrotola, sfrotola
vien su che te speto
le diese minuti
che me son alzà dal leto

e se no snaso al pì presto
l’odor del cafè
casco de paca
inzima el palchè

Le dura sveiarse
la matina bonora
ciaparià ‘na peà là ne chel posto
e star soto le cuerte
‘nantra mez’ora

Ma la sveia canaia
che go sul comodin
la me ricorda puntuale
che non son più un butin

Go la fameia
la machina a rate
el mutuo che scade
e da impienir le pegnate

Non le mia cossì fazile
al giorno de ancò
ma almanco la matina
sentemose zo

Con davanti un cafè
che ga da essar un piaser
un po’da gustar
e un po’ da snasar

Ma senti sta cogoma
che ancora la tase
la butaria se podesse
asora le brase

Che le un modo de dir
che da ani la stua
la assà el posto ai fornei
de sicuro più pratici
de quanto i sia bei

Ma eco, la sento
varda come la fuma
el cafè el vie de sora
insieme ala schiuma

Lo udo con calma
senza perdar ‘na goza
caldo e fumante
drento la taza

Un’ocià ala finestra
e da solo me digo
de aver fato el piassè
e con in man la tazina
me gusto el cafè

***

(gianfrancomarangoni 25/11/2019)

Formento

Formento

grano-e-papaveri

Mi sono fermato tante volte ad osservare quella dorata distesa di spighe che si piegano mosse dal vento, impreziosita dai papaveri rossi come rubini. Spesso in quei momenti torno agli anni della mia infanzia, quando il frumento, una volta raccolto, veniva steso ad essiccare al sole per poi essere messo nei sacchi e stivato nel granaio o venduto. Quando potevo mi piaceva affondare la mano nei sacchi di frumento e stringere quei chicchi che poi sarebbero diventati farina per fare il pane che a sera trovavo sulla tavola.

Poesia vincitrice del Primo Premio Sez. B  Poesie Dialettali   ” La Casa Contadina” di Concamarise (Vr) 2024

Formento

Nel campo de giugno
mosso dal vento
varda che belo
sto mar de formento

giala la spiga
se moe come n’onda
la someia a la testa
de na bambola bionda

col papavero rosso
che ghe fa da decoro
proprio come un rubin
incastrà in mezo l’oro

In ogni gran ghe l’amor
ghe fadiga e sudor
de ci laora la tera
coi brazi e col cor

de un papà che ogni giorno
mete el pan su la tola
de un marì che rincasa
quando e ciel le zà viola

de na mama che insegna
ai fioi che bisogna sperar
de na moier che la sera
prepara impizo el fogolar

E fin che core i ricordi
sento ancora la man
che careza la vita
in un pugno de gran.

(gianfrancomarangoni 30/06/2013)

versione in Italiano

El du Novembre

El du Novembre

Il due novembre come tutti sanno è la commemorazione dei defunti e come sempre accade è anche l’occasione per incontrare, proprio al camposanto, parenti e conoscenti che non si vedono da tempo. A iniziare dal giorno prima, dal giorno di Ognissanti che essendo giorno di festa tutti hanno la possibilità di recarsi a “fare visita” a chi non è più fra noi. E si sa, ci scappa sempre il pettegolezzo, il commento sulla “gestione” delle lapidi, su chi non si fa mai vedere e su chi si mette troppo in vista. Un saluto e via, ci si rivede l’anno prossimo, almeno ci si augura!

El du Novembre

Tuto l’ano a la pi longa
se ghe va solo col pensiero
ma quando riva el du novembre
se core tuti al cimitero

Anzi, a dirla proprio tuta
se scomizia el giorno prima
tuti ben vestii da festa
dopo mes-a la matina

Eco là, la zia Giusepa
con la scierpa e la bareta
la ga quasi novant’ani
e la va ancora in bicicleta

E la fiola dela Gina
boia can se le cambià
i se conta sia suces-o
dopo che la sa maridà

Varda che lapide incuzìa
gnes-un ghe da mai ‘na pulia
ei i fiori i fus-e piassè bei
visto che i me costà dei schei

Par non parlar de la luceta
che la se impiza a intermitenza
ghe saria anca qua da dir
ma bisogna aver pasienza

In fondo, in fondo lo savemo
catar i morti le ‘na scusa
par scambiar quatro parole
col tal sior o la tal sposa

E tra ‘n ciacola sotovoze
‘na preghiera e qualche pianto
al du novembre de sicuro
se s’incontra al camposanto

***

(gianfrancomarangoni 21/10/2020)

Note:
Scomizia: inizia
Maridà: maritata
Incuzìa: opaca e sporca

Ed ecco Autunno

Ed ecco Autunno

Ed ecco Autunno

Ed ecco Autunno
con le foglie gialle
la pioggia e il vento
la nebbia umida
il sole spento

Tempo dell’uva
e del granoturco
delle caldarroste
e del vino nuovo
ad annunciar le feste

Riposa la terra arata
e la rondine ha spiccato il volo
il vento di levante soffia
e trascina le nubi in cielo

Passo sulle foglie gialle
avvolto dalla nebbia
come trasparente scialle

Nel silenzio rotto dal respiro
l’aria umida ristora l’arido sentiero

In essa sagome si muovono
nascoste dietro un velo

E intanto gocce del nuovo autunno
cadono dal cielo

***

(gianfrancomarangoni 04/10/2020)

22 Giugno 2020 (è arrivata Giulia)

22 Giugno 2020 (è arrivata Giulia)

Ti ha portata l’estate
coi colori del grano
e i papaveri rossi mossi dal vento

col calore del sole
le rondini in cielo
i grilli che a sera si uniscono in canto

Ti ha accolto l’amore
di mamma e papà
che sgorga dritto dal cuore
per l’eternità

Amorevoli braccia
ti fanno da culla
tu sbadigli, ti stiri
poi riposi tranquilla

e mentre passi le ore assopita
impari pian piano a gustarti la vita
senza curarti di come sarà
che tanto ci pensano mamma e papà

che riempirai di baci e di amore
e per i nonni? Un angolino del cuore
che dei nostri regina già lo sei diventata
cara piccola Giulia, ben arrivata!

***

(gianfrancomarangoni 26/06/2020)

Come un Pierrot

Come un Pierrot

 

Come un Pierrot

Se potessi vincere
il dolore e la tristezza
soltanto col sorriso
o solo una carezza

Smorzare in un abbraccio
l’angoscia e la paura
infondere coraggio
per una notte meno oscura

Avvicinarmi e prendere
altre mani tra le mie
pensare che nel mondo
sono più le verità delle bugie

Far rinascere il sorriso
dove prima c’era il pianto
regalare qualche lacrima
al Pierrot che mi sta accanto

Su una guancia la “preziosa”
sull’altra quella disegnata,
è tempo di rifare il trucco
per la prossima giornata

***

(gianfrancomarangoni 14/11/2019)

 

Equinozio d’Autunno

Equinozio d’Autunno

Equinozio d’Autunno

Tanto al giorno
Tanto alla notte
Tanto alle tenebre
Tanto alla luce

Nell’ animo mio
si prendono a botte
il rancore, l’ira
l’armonia e la pace

Non che tutto ciò
mi sia di gran sorpresa
dal momento che mai mi illudo
sia una partita chiusa

Niente mi appaga
né bene né male si fan sentire
nell’ apatico silenzio
il mondo sembra via, via svanire

Solo le foglie gialle
mi sollevano un istante
poi di nuovo il grigio
poi di nuovo il niente

Equinozio del tanto atteso Autunno
due metà com’è diviso il cuore

Tanto di ricercata gioia
Tanto di ricercato dolore
Tanto di rabbia
Tanto di amore

***

(gianfrancomarangoni 23/09/2019)