Prima sera d’estate, il merlo
Prima sera d’estate, il merlo
Fermo su di un ramo dell’albero, il più alto
all’imbrunire riempi l’aria del tuo canto
quando gli ultimi raggi colorano di rosa
le nubi che il cielo avvolgono come il velo la sposa
nella quiete sera rimango ad ascoltare
il suono dei tuoi versi tra i grilli e le cicale
danzano le ombre contro i muri nell’ora vespertina
mosse da una brezza leggera come musica per la ballerina
risuona il cigolio improvviso di una finestra vecchia
sta una mamma con il bimbo sulle sue ginocchia
il colore del glicine, il profumo del tiglio
i fiori di campo nel rituale sbadiglio
un padre racconta consumate storie di eroi
della luna ad oriente che sa tutto di noi
un ricordo mi sfiora mentre guardo lontano
la scia che scompare di un aeroplano
quando steso su un prato con aria curiosa
cercavo la stella più luminosa
poi di nuovo il tuo canto mi riporta al presente
mentre il sole scompare in fondo al cielo a ponente
e così si consuma l’ennesimo giorno
ti saluto con un fischio mentre faccio ritorno
dentro casa alla stanza col focolare
e una finestra coi fiori da dove guardare
il mondo che andrà un po’ alla volta a dormire
e un nuovo giorno arrivare tutto da scoprire.
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(gianfrancomarangoni 11/06/2017)